IMPRESA scrive al Presidente Draghi e ai Ministri Franco e Giorgetti. “L’aumento dei prezzi delle materie prime e dei materiali è più letale del Covid”
31 Marzo 2021Decreto Legge “Riaperture” n. 52 del 22 Aprile 2021
26 Aprile 2021Firmato il Protocollo per i vaccini per i dipendenti delle aziende. Di questo si è discusso durante la trasmissione “Buongiorno Lazio” su Lazio Tv alla quale ha partecipato il Direttore Generale di IMPRESA Saverio Motolese.
L’accordo sottoscritto il 6 aprile u.s. tra le parti sociali e i Ministri Orlando e Speranza e il Commissario Straordinario per l’emergenza Covid, prevede che i vaccini siano somministrati, a tutti i lavoratori indipendentemente dalle tipologie contrattuali e a prescindere dalle dimensioni delle aziende, con il supporto dei medici aziendali e della rete Inail. La partenza del piano è prevista intorno a maggio e permetterà di superare il criterio per fasce di età.
I datori di lavoro, singolarmente o in forma aggregata, potranno predisporre i punti straordinari di vaccinazione anti Covid per i lavoratori che ne facciano richiesta, o rivolgersi a strutture sanitarie private o alla rete Inail.
Il Protocollo ha fissato regole comuni a livello nazionale per l’adesione in sicurezza da parte di imprese, grande distribuzione organizzata, studi professionali. Eccole.
➢ I datori di lavoro possono manifestare la disponibilità ad attuare piani aziendali per la predisposizione di punti straordinari di vaccinazione anti SARS-CoV-2 (Covid-19) nei luoghi di lavoro destinati alla somministrazione in favore delle lavoratrici e dei lavoratori che ne abbiano fatto volontariamente richiesta. A tal fine, i datori di lavoro interessati si attengono al rispetto delle Indicazioni ad interim per la vaccinazione anti-SARS-CoV-2/Covid-19 nei luoghi di lavoro nonché di ogni altra prescrizione e indicazione adottata dalle Autorità competenti per la realizzazione in sicurezza della campagna vaccinale anti SARS-CoV-2/Covid-19. La vaccinazione di cui al presente Protocollo potrà riguardare anche i datori di lavoro o i titolari.
➢ I piani aziendali sono proposti dai datori di lavoro all’Azienda Sanitaria di riferimento, nel pieno rispetto delle Indicazioni ad interim e delle eventuali indicazioni specifiche emanate dalle Regioni. All’atto della presentazione dei piani aziendali il datore di lavoro specifica altresì il numero di vaccini richiesti i lavoratori disponibili a ricevere la somministrazione, in modo da consentire all’Azienda Sanitaria di riferimento la necessaria programmazione dell’attività di distribuzione.
➢ Le procedure finalizzate alla raccolta delle adesioni dei lavoratori dovranno essere realizzate e gestite nel pieno rispetto della scelta volontaria ed evitando, altresì, ogni forma di discriminazione delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti.
➢ I costi per la realizzazione dei piani aziendali, inclusi i costi per la somministrazione, sono a carico del datore di lavoro, mentre la fornitura dei vaccini, siringhe, aghi, degli strumenti formativi e per la registrazione delle vaccinazioni eseguite è a carico dei servizi sanitari regionali competenti. Se l’azienda priva di medico competente si rivolge all’ Inail, gli oneri restano a carico dell’Istituto.
Il medico competente dovrà:
- fornire ai lavoratori le informazioni su vantaggi e rischi connessi alla vaccinazione;
- acquisire il consenso informativo;
- occuparsi del triage preventivo sullo stato di salute;
- occuparsi della tutela della riservatezza dei dati;
- gestire la registrazione delle vaccinazioni.
➢ La somministrazione del vaccino è invece riservata ad operatori sanitari appositamente formati, in grado di garantire il pieno rispetto delle prescrizioni sanitarie. Se la vaccinazione viene eseguita in orario di lavoro, il tempo necessario per vaccinarsi è equiparato all’orario lavorativo.
➢ Inoltre, sulla vaccinazione nelle imprese c’è una fase organizzativa dove gli attori sono più d’uno (medico competente, RSPP, Ausl, Regione etc.).
Di certo le Regioni avranno voce in capitolo sulle rispettive esigenze del territorio davanti alla disponibilità delle aziende ad allargare la campagna vaccinale quantomeno ai propri dipendenti.
Anche se lo faranno con i loro medici competenti, tutto deve svolgersi in allineamento con le aziende sanitarie locali e i relativi assessorati alla salute. Poi nelle singole Regioni non è esclusa la stipula di specifici accordi in attuazione e in coerenza con i protocolli nazionali.
L’accordo di martedì ha anche aggiornato il Protocollo di marzo-aprile 2020 sulle misure anti-contagio nei luoghi di lavoro:
➢ invita al «massimo utilizzo» del lavoro agile e da remoto «anche nella fase di progressiva ripresa delle attività», in quanto «utile e modulabile strumento di prevenzione»;
➢ va mantenuta la distanza interpersonale di almeno un metro come principale misura di contenimento;
➢ negli spazi condivisi vanno indossati i dispositivi di protezione delle vie aeree, o ulteriori strumenti di protezione individuale;
➢ i lavoratori positivi oltre il ventunesimo giorno saranno riammessi al lavoro solo dopo la negativizzazione del tampone molecolare o antigenico effettuato in struttura accreditata o autorizzata dal servizio sanitario.
Si dovrebbe partire a maggio con il piano vaccinale per le aziende, ma sempre dopo aver raggiunto le quote prioritarie per le categorie protette. Non è stato ancora deciso ma è ragionevole immaginare l’apertura ai siti produttivi dopo aver esaurito le vaccinazioni dei cittadini dai 60 anni in su. Il decollo dell’operazione, dunque, deve fare i conti con diverse variabili, in grado di cambiare all’improvviso fino a dover rifare conteggi e obiettivi.
Ci sono poi i cosiddetti fragili, altra priorità assoluta, e le categorie comunque in fase di vaccinazione perché più a rischio, a cominciare dagli operatori socio-sanitari. È opinione diffusa, dunque, che il via libera alle vaccinazioni in azienda debba avvenire una volta esaurite queste quote più a rischio della popolazione. La lancetta con l’orario di partenza, dunque, potrebbe essere spostata più avanti se l’andamento delle somministrazioni subisse una battuta d’arresto.
Ma l’altra grande incognita resta e vale, a maggior ragione, per tutta la campagna vaccinale, la disponibilità delle dosi. A maggio e a giugno la previsione è di un arrivo massiccio, ma resta da vedere se sarà sufficiente. In definitiva, anche se le aziende sono potenzialmente pronte, il disco verde attende un via libera legato da diversi nodi da sciogliere.
IMPRESA monitorerà lo stato di avanzamento dell’operatività del protocollo. Nel frattempo, è consigliabile che le aziende interessate, insieme al proprio medico competente e l’RSPP, comincino a valutare la fattibilità di effettuare le vaccinazioni all’interno dei locali aziendali, oppure se optare per strutture sanitarie private. A tal proposito IMPRESA si sta attivando per individuare strutture private abilitate alla vaccinazione con le quali definire accordi e convenzioni.